In seguito al successo dell’”Impero Romano: Potere e Sangue”, Netflix ha deciso di produrre un altro docu-drama: “Rise of Empires: Ottaman”, pervenuto in Italia come L’Impero Ottomano. La miniserie si apre nel 1453 nell’imponente città di Costantinopoli, che sarà luogo delle principali vicende della narrazione. Il fulcro della storia si basa sul giovane sultano Mehmed II che, fin dall’adolescenza, brama la conquista della cittadina, ultimo baluardo di cristianità in oriente.

Immersa in suggestivi paesaggi orientali e con un cast volutamente (ed esclusivamente) di origini autoctone, la serie cerca di trasportare lo spettatore all’interno della storia. Tutto questo, naturalmente, non sarebbe possibile se non fosse per quei piccoli dettagli che, nell’insieme, danno vita ad un risultato incredibilmente realistico. Se ad esempio provassimo ad immaginare il tutto privo di costumi di scena, delle BGM (background music) e delle fantastiche ambientazioni, noteremmo (senza dubbio) un’immensa differenza rispetto al risultato finale. Ed è proprio qui che entra in gioco l’artista che, come ogni altro componente della troupe, è fondamentale per la buona riuscita del progetto. Il team di Rocchetti&Rocchetti ha avuto modo di dimostrare tutta la sua creatività e diligenza nell’ideazione di apposite parrucche per la docu-serie. La ricerca e lo studio risultano una componente determinante ai fini della creazione dell’immagine perfetta; contrariamente, infatti, sarebbe impossibile creare un’immagine del personaggio altrettanto convincente. 

Nel momento in cui il cliente commissiona un lavoro di questo calibro il compito del maestro parruccaio risiede nel cercare di capire come poter “ridare vita” ad un determinato soggetto, donandogli caratteristiche peculiari. Il soldato, il re, un servo o una principessa sono resi tali, indubbiamente dall’interpretazione degli attori, ma se li rivedessimo in un contesto completamente muto e immobile saremmo in grado di riconoscerli?